lunedì 22 novembre 2010

Il "preservaticano"

[nella immagine: un preservativo risalente al 1640, esposto in un museo austriaco. Per maggiori info visitate la relativa pagina di questo blog da cui ho preso in "prestito" la foto]


Tra minimizzatori ed enfatizzatori la eco di questa notizia è ovunque: il Papa attuale, nel suo ultimo libro, ammette l'uso del preservativo.


Le sue testuali parole sarebbero: "Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole..."


Esistono quindi "singoli casi giustificati" per i quali l'utilizzo del contraccettivo è... "benedetto"; da una sorta di totale preclusione, spesso condanna, si passa quindi ad una apertura attraverso una dichiarazione non priva di apparenti contraddizioni e confusioni.
Non possiamo di certo biasimare il Sommo per una certa ignoranza in materia, quando afferma per esempio che ad utilizzare il preservativo debbano essere le prostitute e non piuttosto i loro clienti (il preservativo infatti è al momento disponibile solo per "calzare" sul pene dell'uomo), o quando parla di "UN" profilattico come se questo fosse riciclabile vita natural durante; ma non possiamo pretendere miracoli. Piuttosto è interessante cercare di capire le motivazioni di questa apertura e, soprattutto, quali e quanti sarebbero questi "singoli casi giustificati".


Le motivazioni sembrano venire chiarite nel prosieguo del messaggio dove si afferma che: "questo (cioè l'utilizzo del preservativo) può essere il primo passo verso una moralizzazione....per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso..."; cosa vorrà dire? Sembra quasi che l'utilizzo del profilattico sia considerato talmente arduo, "penoso" ed ostico da costituire di per sé una sorta di punizione in grado di spingere l'utilizzatore alla scoperta di una moralità perduta.


Credo di poter intuire lo "spirito" del Pontefice, anche se temo che abbia di gran lunga travisato (sempre per comprensibile e giustificabile ignoranza) la difficoltà di utilizzo del contraccettivo in questione e posso solo immaginare i problemi che ha vissuto per tentare di capirne il funzionamento:
-Santità, questo è il "coso"
-ahh... finalmente, qvalkuno sà kome funcziona?
-mmhhh... Santità, ci siamo informati e riteniamo che debba essere messo sul pene
-ahhhh.. ekko...ma non trofo eqvilibrio per kuesto, non funcziona pene...
il Sommo a quel punto tenta dolorosamente ed invano di indossare il profilattico, mentre nessuno osa dirgli che deve essere estratto dalla busta metallica; quindi riceve una illuminazione ed esclama: ke erore della Zantissima Vergine (leggasi: che errore madornale) afere kombatuto questo coso... non c'è peggiore condanna per i pekatori ke imporgli di uzarlo, tanto è imposibile e si fano pure malizzimo!


Chiarito quindi il motivo che ha spinto la Santa Romana Chiesa a rivedere, almeno in parte, le sue posizioni sull'utilizzo del profilattico, resta ora da capire quali possano essere i "singoli casi giustificati". Questa elencazione dei casi che "godono" di autorizzazione papale deve essere realizzata con urgenza, in quanto la poca chiarezza regnante sta già provocando il verificarsi di episodi allarmanti:


-preti che fermano le celebrazioni e corrono ad indossare il preservativo prima di fare "la comunione";


-suore che non sanno se è peccato fare un giro sul mare in "gommone";


-cattoliche praticanti che si travestono da "lucciole" per potere fare sesso con i propri legittimi mariti, così da fruire della autorizzazione papale all'uso del profilattico (ed evitando finalmente di mettere al mondo il 30-esimo figlio);


-tassisti cattolici che girano tutto il giorno con il profilattico indosso, perché non si sa mai che "salga a bordo" una prostituta (il Papa non ha infatti specificato quale tipo di rapporto con la prostituta richieda l'adozione del preservativo);


-chirurghi ostetrici cattolici che prima di operare prostitute, o presunte tali, indossano il preservativo (per la stessa ragione dei tassisti);


-prostitute che sperano di aumentare il giro di affari distribuendo volantini in chiesa con su scritto: venite con me, vi insegno ad usarlo e sono pure autorizzata;


-ragazze madri che chiedono alla chiesa di mantenere economicamente i loro figli, impugnando retro-attivamente la nuova disposizione sul preservativo.


Insomma, è evidente l'imbarazzo regnante a seguito di questo nuovo sviluppo; speriamo solo che la nebbia si dipani e si intraprenda un nuovo ed illuminato cammino della Chiesa, diversamente sarà tutta una n-esima "bolla" papale....


Un abbraccio

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