giovedì 19 gennaio 2012

La legge del cucù

In una fase di crescenti tensioni e rabbie, allo scoccare del fatidico anno 2012, sembra un evento dai terribili connotati simbolici il fatto che naufraghi una nave chiamata "Concordia".
Se questa tragedia fosse da considerarsi come segno del destino, forse varrebbe effettivamente la pena divertirsi ad ipotizzare i possibili messaggi dal cielo in essa celati, ma è il caso di chiarire subito che siamo di fronte ad un incredibile saggio di idiozia piuttosto che ad un evento guidato dalla mano del fato, quindi analizziamo la cosa da un punto di vista più appropriato.

Che una nave di proprietà della "Costa Crociere" navighi sotto-costa, forse non dovrebbe stupire più di tanto; si fosse chiamata "Stai lontano dalle coste, imbecille, Crociere" sarebbe stata lampante ed indiscutibile l'erroneità della rotta seguita; a quanto pare, invece, il "vizietto" di navigare sotto-costa e fare "cucù setteteeee!!!" in prossimità delle località portuali turistiche, era pratica consolidata per la nave della Costa.
Potremmo chiederci se sia ragionevole che un oggetto lungo circa 300 metri, largo 35, alto 52 e con più di 4.000 persone a bordo tra ospiti ed equipaggio, sia idoneo alla navigazione sotto-costa, ma non vogliamo certo avere la presunzione di giudicare l'operato di ingegneri professionisti e "navigati" uomini di mare che hanno considerato questa prassi come ammissibile; permettetemi solo di osservare che allora non capisco perché debba arenarsi una balena che pesa almeno 700 volte di meno di una nave del genere... a meno che sia le balene che le navi da crociera siano naturalmente ed irresistibilmente spinte ad avvicinarsi troppo per fare "cucù!", ma allora non siamo di fronte ad errori di valutazione, ma ad una inappellabile legge del mare cui nessuno può sottrarsi:
la legge del "cucù".

Dopo una approfondita ricerca (da wikipedia, google e gli archivi segreti della CIA) ho trovato preziose informazioni su questa famigerata legge naturale e ve le riporto, ovviamente, in modo più fedele possibile:
"La legge del cucù è stata creata da Nettuno per fare sì che nel mare fosse sempre rispettata la sacra selezione naturale; non essendo gli enormi cetacei, così come i grandi vascelli, oggetto di facile predazione da parte di altri esseri, era necessario che fossero in qualche modo selezionati, pena il rischio di una crescita incontrollata a scapito dell'intero eco-sistema; la legge del cucù spinge quindi i più "grossi e coglioni", guidati dal canto di invisibili sirene, ad avvicinarsi alla costa per fare "cucù!", cioè per fare una sorpresa e dare un simpatico spavento alle telline, le cozze, i paguri e tutti gli abitanti della spiaggia, senza curarsi del fatto che questo giochetto gli costerà la vita".

L'uomo da sempre solca gli oceani, gli italiani in particolare (come ha ricordato anche Crozza) sono un popolo di Navigatori (!!), quindi impossibile pensare che questa terribile legge non fosse nota, infatti nei millenni si sono affinate le tecniche per selezionare i capitani delle navi affinché non fossero in grado di sentire il canto delle sirene che li avrebbe spinti a fare cucù; ma allora... la domanda è: perché "Scrett-ino" ha sentito le sirene?
Come è possibile che l'uomo scelto dalla Costa crociere per guidare una nave del genere, per avere nella mani la vita di più di 4.000 persone, sia uno dei tanti imbecilli che sente le sirene e viene spinto ad arenarsi per fare cucù??
Le indagini segrete stanno procedendo rapidamente, perché i vertici della compagnia non riescono a comprendere, sono certi che questo non sarebbe mai potuto accadere per un semplice motivo: l'idiota (sempre il capitano) era audio-leso (volgarmente: mezzo sordo) e non avrebbe mai udito il canto; la cosa è ora evidente a tutti, basta infatti rileggere la trascrizione delle comunicazioni tra il comandante e la capitaneria di porto di cui riporto alcuni passaggi cruciali:
-"comandante dove ..beeep... è lei?? La nave affonda!! ci sono morti!!!"
-ehh?? non.... ho capito... sua madre è in onda? sono in molti?
-"noooo razza di ...beeep...!!! la tua nave affonda, dove sei???
-no no, non sono le sei, ne sono sicuro
...

Notizia di oggi, finalmente è tutto chiaro: il comandante ha sentito la sirena perché ce l'aveva accanto.. pare infatti che, non registrata tra i passeggeri, vi fosse una giovane quanto avvenente ragazza moldava che stava sempre con lui; e allora è chiaro che pur se audio e celebro-leso il povero comandante non ha potuto sottrarsi al canto ed ha inesorabilmente spinto la nave verso la costa, bramando inconsciamente il momento di spuntare dal nulla e fare: "cucùùùùùùùù!!!!!"

In conclusione pur faticando a gettare ironia su una tragedia come questa, credo sia molto importante realizzare che la realtà supera sempre la fantasia e l'unica vera sentenza che inesorabilmente, e quotidianamente, si abbatte su noi poveri umani è quella in cui Einstein affermò:
"conosco solo due cose infinite: l'universo e la stupidità umana, ma sulla prima ho ancora dei dubbi"

Un abbraccio

giovedì 12 gennaio 2012

Demagogia

E' un termine che si sente utilizzare sempre di più in occasione di dibattiti e discussioni, deriva dalla composizione di due parole di origine greca che significano disgiuntamente: popolo e condurre/trascinare (fonte wikipedia); il termine ha una connotazione negativa, quindi la demagogia non è la conduzione del popolo in modo virtuoso quanto piuttosto attraverso la menzogna e l'inganno.

Secondo Platone, la demagogia non era solo un comportamento politico finalizzato alla retorica e le false promesse ma una vera e propria forma di governo; venivano infatti identificate e distinte, come facce opposte di una stessa medaglia, le forme di governo "illuminate"dalle loro versioni corrotte nel "corpo" e nello spirito, quindi: ad una virtuosa monarchia corrispondeva la corrotta tirannide, alla aristocrazia faceva da contro-altare la oligarchia ed infine alla tanto cara democrazia si alternava la demagogia.

Personalmente sono rimasto colpito dalla infinita ed immortale saggezza di Platone, il quale giustamente non ha dipinto la demagogia come un vizio, un comportamento o un malcostume, quanto piuttosto come una vera e propria forma di governo, in tutto e per tutto; e questa visione, a mio avviso, deve farci riflettere profondamente.
Il problema dell'Italia, non sono stati quindi i vari signor Prodi, Berlusconi o ancora più indietro D'Alema, Andreotti e chi più ne ha più ne metta; i prossimi candidati faranno di tutto per farci credere che i loro predecessori sono stati i principali se non unici colpevoli degli errori commessi, della loro demagogia, dei loro inganni; invece la realtà è che chiunque andrà a governare l'Italia sarà un ingannatore, a meno che invece di cambiare la faccia del candidato non cambi l'intero sistema politico e si riesca a passare dalla attuale demagogia alla democrazia, e la chiave del passaggio è sostanzialmente una: la scomparsa della corruzione.

Una delle parole di moda in questo periodo è la lotta all'evasione fiscale, ma l'evasione fiscale è anch'essa concettualmente riconducibile alla corruzione, infatti si evade per avere denaro in più che non spetta o per pagare meno un servizio o, infine, avere altre agevolazioni collaterali.
A mio avviso, la corruzione può essere simboleggiata in un certo senso dall'ovetto kinder: si sceglie l'uovo non solo perché si vuole mangiare il cioccolato (altrimenti avremmo acquistato solo la cioccolata), ma anche perché ci si aspetta un "extra" che è il regalo... prima ancora di assaporare il cioccolato siamo quindi spinti a rompere l'uovo e vedere la sorpresa al suo interno, poi ci si accorge che è un oggetto inutile, idiota e privo di alcun valore e si cerca quindi consolazione nel cioccolato comprendendo infine che se avessimo comprato solo del buon cioccolato, sarebbe stato più gustoso ed avremmo speso anche meno soldi; in sostanza: ci siamo lasciati "corrompere" dal regalino nel compiere la nostra scelta.

Il reale valore è sempre meno centrale nelle scelte che tutti compiamo, mentre ha enorme importanza la nostra aspettativa dei ritorni "indiretti" legati a quella cosa:

-compro a caro prezzo degli occhiali da sole, quando li indosso sono talmente grandi e pesanti che ho la sensazione manchi solo il boccaglio e poi potrei andare a fare immersioni in mare; ma ugualmente li voglio perché sono attratto dallo "status" che questi mi conferiranno, sarò "fico", alla moda e magari penseranno che sono anche economicamente benestante; quindi mi aspetto che indirettamente trarrò vantaggi da questo acquisto: donne, maggiore considerazione da parte degli amici, etc. poco importa se quando guardo un palo della luce mi sembra una banana rosa, oppure se quando la macchina passa in una zona ombreggiata dovrò toglierli al volo pena la scomparsa della visione (finendo quindi a sbattere contro una presunta banana rosa);

-fornisco il mio appoggio ad un politico, o anche solo ad un mio superiore in ambito lavorativo; non riesco a capire cosa dica (mentre dovrebbe essere il suo primo obiettivo essere chiaro e trasparente nei confronti dei suoi collaboratori o sostenitori), mi trasmette sensazioni negative "a pelle", non è stato in grado di chiarirmi che cosa farà, come e quando, se ottiene il mio sostegno, ma.... lo voto lo stesso. Perché? Forse nonostante tutto mi sono convinto che sia una persona meritevole, di grande levatura, competente ed in grado di assicurare prosperità e successo ? No, lo sostengo perché credo che questo mi porti un vantaggio indiretto, la soddisfazione di un mio desiderio (magari anche solo di rivincita verso quelli che considero miei avversari), più soldi in tasca, meno paure, etc. Poco importa se poi a guidare il paese e le aziende del paese ci siano esseri la cui migliore e più apprezzabile espressione comunicativa è un rutto.

A conclusione di questo volo pindarico sul tema della demagogia, ritengo che il primo vaccino contro il cancro che ha contagiato tutti sia il recupero del valore reale delle cose e dei concetti, quello percepibile ed intrinseco, non quello indiretto e aleatorio; forse potrei tornare al famoso aforisma zen del dito e la luna che ci invita ad identificare la realtà piuttosto che chi cerca di dipingerla in modo illusorio; a tal proposito riporto un passaggio del grande Corrado Guzzanti che nelle vesti dell'On. Di Pietro affronta il tema:



[...]Allora, noi dell'Italia dei Valori, se il dito indica la luna, non è la luna che la luna già stava prima...qua è il cittadino che se io porto l'esca per chiappare 'o scarfaglione, me porto l'esca per lo scarfaglione, se tu mi dici che a barca ce mette le ali, non è che diventa un aereoplano ... capisci a me, qua stiamo sempre a taglià il salame col cucchiaino! Se io porto la forchetta tu mi versi a minestra, loro si pensa che i cittadini stanno qui per farsi vende fumo e farsi fregà l'arrosto; ma così neanche senza na bi ... immane! Allora, per esempio, l'altra sera, stando calmi, l'altra sera noi dell'Italia dei Valori ... è finito il provolone!
 

Un abbraccio