venerdì 27 aprile 2012

Centro di gravità

Lo cercano gli scienziati, lo cercava anche Battiato, forse dovremmo cercarlo tutti sperando di arrivare ad individuare il punto da cui ogni cosa parte e poi ritorna, il punto in cui tutto si concentra.

E' ovvio che non può esistere un centro di gravità assoluto perché, come le frecce scoccate da Robin Hood una dentro l'altra al centro del bersaglio, ogni punto al suo interno ne contiene infiniti che a loro volta ne contengono altri e se volessimo arrivare al vero, ultimo ed unico centro, dovremmo anche noi metterci al CERN con gli altri scienziati "guardoni" a sperare che a forza di sparare particelle una contro l'altra ne resti una sola ed indivisibile, la particella di Dio.

Ma se allora quasi certamente non esiste, perché cercarlo?

La domanda è condivisibile ma decisamente fuori luogo: non siamo forse l'unico essere vivente che passa la vita ad inseguire illusioni? Anzi, visto che con il passare degli anni ci stiamo impigrendo ed "imborghesendo", preferiamo pagare altri che al posto nostro le inseguano finendo per disinteressarci, animati da Leopardiana noia e disillusione, anche degli scarsi risultati della caccia.

Siamo animali da pascolo, amiamo la tranquillità e volentieri ci abbandoniamo ad inseguire il sogno del nostro Eden biblico, cioè uno splendido pascolo dove è sempre primavera, sempre rigoglioso, dove mangiare liberi assieme ai nostri compagni e alle femmine con cui, di tanto in tanto, fare biblica conoscenza.
Ogni campo, quando giunge la sera, si anima al canto dei grilli che dapprima sembrano disturbare il nostro sonno, poi magicamente finiscono per coccolarlo; anche sul nostro italico pascolo è scesa la sera e noi siamo stanchi e vogliamo dormire ma.... un grillo di nome Beppe inizia a cantare e mentre la soglia del dolore e della sensibilità si abbassa per accompagnarci tra le braccia di Morfeo, ma ancora incapaci di abbandonarci del tutto a causa del rumore, ci accorgiamo del fastidio che ci danno le zecche attaccate su tutto il corpo a succhiare sangue, le pulci che fanno lo stesso ma danno la colpa alle zecche, le zanzare che fingendo di voler pungere le zecche in realtà si uniscono al pasto, le cimici che ascoltano tutto (questo è noto) pronte a macchiare con il loro fetore chi osa sfiorarle e la merda... la enorme quantità di merda che abbiamo seminato durante il giorno e che solo ora, con la calda umidità che sale all'imbrunire, esala appieno il suo aroma.

Il canto del buon grillo, come ogni cosa monotona e continua, finirà presto per non darci più fastidio e in quel momento saremo di nuovo pronti ad abbandonarci al nostro sonno, sognando un domani senza grilli, così da poterci addormentare subito e non ricordarci più dei parassiti, delle cimici e della merda.

Ecco quindi l'importanza di cercare un centro di gravità, cioè di abbandonare il nostro pascolo illusorio ed utopico, liberarci dei parassiti che fiaccherebbero le nostre forze durante il cammino e partire verso una meta che ci porta vicini al vero Dio, cioè al centro dell'universo, cioè al centro di noi stessi.

E' la ricerca del vuoto, di una sorta di buco nero, dell'unico punto del creato dove non esiste veramente niente di niente (nemmeno l'ombra dell'energia oscura), quindi il punto dal potenziale più infinito, dentro cui tutto può accadere, il centro di gravità; male che vada, anche solo per un momento saremo liberi dal frinire (wikipedia docet) di Beppe....

Un abbraccio

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